Lo studio opera prevalentemente nei seguenti ambiti di attività di diritto civile:
Con la definizione “malpractice sanitaria” o “malasanità” si fa riferimento a tutti quei casi in cui, a causa di una condotta dolosa o colposa del personale sanitario, vengono cagionati danni e/o lesioni, di carattere permanente o temporaneo, al paziente. Nei casi più gravi l’errore medico può condurre alla morte del paziente, ipotesi in cui spetterà ai prossimi congiunti valutare l’opportunità di intraprendere un’azione legale per il risarcimento dei danni patiti iure proprio e iure hereditatis.
I fenomeni di c.d. malasanità possono essere causati da molteplici fattori: pensiamo ad una errata o ritardata diagnosi, che in taluni casi può compromettere irrimediabilmente la salute del paziente; alle note vicende in cui determinate operazioni chirurgiche vengono eseguite in modo negligente; ai casi in cui l’esito infausto di un trattamento sanitario dipende dall’inadeguatezza della struttura ospedaliera.
Quelli poco sopra elencati sono solo alcuni esempi, in quanto (purtroppo) la lista dei comportamenti censurabili ricomprende molte altre fattispecie.
In tutti i casi in cui una persona sia stata danneggiata da simili condotte sarà possibile valutare l’avvio di una causa, in sede civile e/o penale, al fine di ottenere il ristoro dei danni patiti.
È buona regola, in ogni caso, procedere preliminarmente ad una consulenza di carattere medico legale, onde valutare l’effettiva sussistenza e l’entità del danno lamentato.
Il parere di un medico competente, unitamente a quello di un avvocato, permetterà inoltre di verificare l’effettiva sussistenza dei requisiti minimi ed indispensabili per l’avvio dell’azione in sede giurisdizionale.
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